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L'opera di Martin Noth segna una svolta sia nei fondamenti sia nell'esposizione della storia d'Israele, anche per la considerazione in cui sono tenuti gli scritti dell'Antico Testamento, visti fin dall'inizio nel loro condizionamento storico e letterario. Il coraggio di una posizione del genere che si accosta al testo senza riserve, è un evento liberatore perché non presuppone né una distruzione programmatica della storia della salvezza né una costruzione guidata da una determinata filosofia della storia o da una specifica storia delle religioni. Noth mette la storia d'Israele in rapporto con l'ambiente medio-orientale anche avvalendosi di ricerche linguistiche, storiche e topografiche, pur nella consapevolezza dell'importanza capitale della critica letteraria e della critica delle tradizioni. Nella prospettiva dell'autore in primo piano sta la sorte del popolo ebraico, e in quest'ottica viene illustrato come questa sia venuta ad assumere un'importanza centrale per la nascita e lo sviluppo delle correnti religiose. Particolarmente riuscita è l'esposizione del moto profetico classico dell'VIII secolo.